Perché da scrittore esordiente ho preferito il “fai da te”.
Devo dire la verità. Quando ho iniziato a pensare di scrivere romanzi storici, mi sembrava un pò strano farlo alla mia età. Visto il mio impegno politico da cittadino “democratico diretto”, lo sbocco naturale sarebbe dovuto essere il genere politico e sociale. Ci ho anche pensato e iniziato a buttare giù qualcosa. Ma poi, come ho già spiegato, è prevalsa la mia passione per la Storia e mi sono immerso in questa nuova avventura affrontando il genere romanzo storico, prevalentemente thriller, indubbiamente più impegnativo. Alla soglia dei settanta mi sono rimboccato le maniche e dopo oltre un anno di intenso lavoro sto per partorire la mia prima “creatura”.
Sapevo che le grandi case editrici, se non hai già un cospicua quantità di follower e non sei già noto al grosso pubblico, magari per qualche merito che non ha niente a che fare con la scrittura di un buon libro, non ti si filano per niente. Scartate le case editrici a pagamento, ho inviato così la bozza definitiva del mio manoscritto ad alcune CE di medio livello. È arrivata qualche risposta, anche con qualche considerazione positiva su trama e stesura, ma con tanto di “leggeremo”, “le faremo sapere” e così via.
Nel frattempo, sapendo di non essere certo un pischello e considerato che forse le case editrici preferiscono investire su autori meno datati, ho preso in considerazione il self publishing. Ciò che mi ha coinvolto, oltre alla possibilità di pubblicare sul serio e in tempi brevi, è stata l’assoluta padronanza di quella che è un’opera “personale”. Certo, devi assicurarti un buon editing, curare copertina e impaginazione, affrontare il marketing, ma con tutti i mezzi e le tecnologie del web e con un pò di esperienza maturata, non era impossibile. I costi? Qualche spesa che ti devi accollare all’inizio c’è, ma si possono affrontare progressivamente e con un maggior ritorno con le royalties.
E così, vai col self! Il prossimo passo? Il My Team!
Ti farò sapere.
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