La Lettura condivisa di settembre con il gruppo di Thriller Storici e Dintorni.
"Il resto di niente" di Enzo Striano narra la storia di Eleonora de Fonseca Pimentel.
Poetessa e scrittrice fu una delle prime donne giornaliste in Europa, amica di intellettuali e rivoluzionari, da Vincenzo Cuoco a Guglielmo Pepe.
Nata a Roma di origini portoghesi ebbe un ruolo di primo piano nella sfortunata e tragica vicenda della Repubblica Napolitana del 1799.
Di seguito la mia recensione.
***
Il romanzo ricostruisce la vita di uno dei personaggi più emblematici di quella che è stata la Repubblica Napoletana del 1799.
Striano lo fa a modo suo, con una prosa diretta, a volte stringata nelle sue espressioni, mescolando la lingua italiana con espressioni in portoghese e francese, ma soprattutto in napoletano. Un testo a volte difficile da seguire, che chiede attenzione, ma che apre uno sguardo profondo sulla Napoli dell’epoca, soprattutto a chi non la conosce.
La narrazione segue essenzialmente il punto di vista della protagonista delineandone sentimenti, paure, angosce fra cui emergono un profondo orgoglio di appartenenza, l’intima disperata consapevolezza del ruolo riservato alla donna in quell’epoca, la sua voglia di ribellione e soprattutto il suo amore per la città che l’ha ospitata, nel bene e nel male. La sua figura viene esaltata dalla sua semplicità, dal suo modo di soffrire e rinnovarsi continuo che la fa apparire una di noi, fino al suo inconscio ed irrinunciabile eroismo.
Il protagonista di fondo di tutto il romanzo si rivela, però, a poco a poco, capitolo dopo capitolo: è il Popolo di Napoli, con le sue brutture e i suoi umori, le sue nefandezze e i suoi slanci. Striano ci svela quella filosofia di vita che lo permea da sempre, ancor oggi: quei vivi e lascia vivere, quel tira a campà che l’autore sintetizza nel titolo e ricorda più volte nel testo: “Il resto di niente”.
Comments