Da ragazzo ho frequentato il liceo classico Vittorio Emanuele di via S. Sebastiano a Napoli, nei pressi della mitica Port’Alba, alle spalle di Piazza Dante (l’antico Largo del Mercatello) e a due passi da S. Chiara e da Piazza del Gesù Nuovo sul Decumano inferiore. Insomma, il cuore di Napoli.
Il professor Mario Benvenuto, docente di storia e filosofia, era un insegnante che a noi studenti ispirava rispetto per la sua cultura, ma anche un’estrema simpatia e famigliarità per il modo franco e per niente dispotico con cui cercava di darci qualche insegnamento, che ci porgeva con il suo fare singolare e spesso divertente. Insomma, un modo intelligente di insegnare.
Spesso ci invitava a riflettere sulla toponomastica della nostra città e sulla sua monumentalità. «Voi non sapete niente della vostra città. È overo, eh? Alzate la testa, quando vi trovate ad un incrocio.» Ci diceva, più o meno. «Chiedetevi chi era colui (o più raramente colei) cui è intitolata quella via o quella piazza e perché. Indagate. Scoprirete quanto di meglio si nasconde nella storia della vostra città.»
Questo valeva naturalmente per le chiese, i palazzi, le fontane, i monumenti.
Da allora ho iniziato ad attingere ad un pozzo senza fondo qual è Napoli e la sua Storia, e non ho mai cessato di farlo.
La voluminosa Storia di Napoli, la Guida del Celano e la Cartografia di Napoli editi dalla ESI, Edizioni Scientifiche Italiane, mi hanno fatto da spalla in questa mia ricerca, anche se spesso trascurata e sacrificata per il lavoro e le incombenze della vita. Agli ulteriori approfondimenti su questa o quella tematica attinti da qualche libro letto negli anni si è aggiunta recentemente la notevole quantità di studi, saggi o interi libri originali e addirittura coevi ai periodi storici presi in considerazione che ho trovato sul web.
Quindi, senza alcuna pretesa di voler apparire come uno “storico”, perché non attingere da tutto ciò e, con un pizzico di fantasia, raccontarne qualcosa sotto forma di romanzo?
Vuoi fare un po' di strada con me?
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