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"Il Tesoro della Certosa" – I Personaggi: Lorenzo.

Dottore in utroque iure e funzionario del Supremo Consiglio Collaterale nella Napoli del XVII secolo.


Inizio una carrellata sui principali personaggi del mio romanzo, "Il Tesoro della Certosa", non per svelarne troppo carattere e personalità, che il lettore potrà scoprire leggendo il libro, quanto per meglio inquadrarli nella loro realtà quotidiana. In questo modo conosceremo meglio insieme anche un po' della vita nella Napoli spagnola a metà del XVII secolo.



Simbolo della Università Federico II di Napoli

Iniziando dal protagonista, Lorenzo, ai tempi della nostra storia è un giovane dottore in legge. Ha circa 21 anni e non bisogna meravigliarsi se è laureato e già da un paio di anni. A quel tempo gli studi universitari cominciavano infatti in giovane età. L’insegnamento primario era affidato essenzialmente a strutture religiose, innanzitutto quelle della comunità domenicana, il cui maggiore complesso era quello di San Domenico Maggiore, cui si aggiungevano all’epoca diciassette conventi periferici. A queste poi, dopo la controriforma, si erano aggiunte anche quelle dei gesuiti.

Gli studi universitari duravano 5 anni e vi si accedeva verso gli 11-12 anni, per cui non c’è da meravigliarsi se in molti si avviavano alle attività forensi a 16-17 anni.

Lorenzo, come il suo amico Antonio e quel Marco Vitale del quale si parla nel romanzo e che è stato uno dei protagonisti della Rivolta di Masaniello, hanno frequentato l’Università presso la nuova sede dell’Ateneo Napoletano, chiamata Studi Nuovi per distinguerla dalla vecchia sede che, come ci riporta il Celano, si trovava nei pressi della chiesa di S. Andrea nella regione di Nido. La nuova sede era in quella che in origine avrebbe dovuto essere una nuova cavallerizza, fuori Porta Regale. Restaurata dal viceré duca di Ossuna e adattata a Università nel 1581, fu completata dal Conte di Lemos e aperta nel 1615. È lo stesso edificio che poi in epoca borbonica divenne sede del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) e lo è tuttora. Era fuori le mura a poca distanza da quel Mercatello, oggi Piazza Dante, citato un paio di volte da Lorenzo per le sue frequentazioni da studente, in cui si svolgevano, oltre ad un mercato minore rispetto a quello di Piazza Mercato, anche tornei, giostre, addestramenti e manovre militari.

"Palazzo degli Studi" di Napoli - Stampa d'epoca

La laurea era in utroque iure, letteralmente “entrambi i diritti” in quanto comprendeva studi di diritto civile e di diritto canonico e consentiva l’accesso alle numerose attività forensi, legate innanzitutto allo svolgimento dell’attività dei Tribunali napoletani, ma anche ai rapporti istituzionali con le strutture vicereali ed ecclesiastiche. Furono proprio i dottori in legge, in particolare quelli del Seggio del Popolo, che seppero gestire gli effetti della Rivolta di Masaniello del 1647 ripristinando le riforme del Toledo e il primato dei togati al vertice dei ministeri a discapito degli aristocratici o togati con spadino, ostili alla corona spagnola, che avevano preso il sopravvento nei primi decenni del ‘600, insensibili alle esigenze del popolo e favorevoli agli inasprimenti fiscali di cui acquistavano gli appalti con gli arrendamenti.

Lorenzo è un funzionario del Consiglio Collaterale, potremmo dire una sorta di ispettore di prima nomina di quello che era il supremo tribunale del vice regno spagnolo, creato nel 1516 da Ferdinando il Conquistatore per affiancare il viceré nelle decisioni più importanti. Il Consiglio aveva diverse competenze: assisteva il viceré nelle questioni politiche e militari (Consiglio di Stato e di Guerra), riceveva le norme del sovrano, validava e registrava gli atti di governo (Cancelleria), legiferava nei limiti della delega regia, fungeva da suprema Corte di giustizia e di disciplina. È in questa funzione che emanava anche quelle ortatorie di cui è oggetto, nel romanzo come nella realtà storica, l’irrequieto vescovo di Capri dell’epoca, monsignor Paolo Pellegrino, di cui Lorenzo è latore. A differenza degli altri tribunali, convogliati da don Pedro di Toledo in Castel Capuano, mantenne la sede insieme alla Regia Camera della Sommaria nel Palazzo Reale in cui risiedeva il viceré, all’epoca composto dal vecchio Palazzo Vicereale, insistente sull’attuale piazza Trieste e Trento, e il Nuovo Regio Palagio edificato nei prima anni del XVII secolo.


Palazzo Reale e Palazzo Vice reale di Napoli - Dipinto d'epoca

Lorenzo ha una visione positiva della vita, si fida degli altri e ha un forte senso del dovere e dell’amicizia e quando… ma il resto scopritelo da soli.

Mockup de "Il Tesoro della Certosa"

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