I luoghi dei miei romanzi: la Napoli del '600.
Il Teatro San Bartolomeo era uno dei teatri più grandi d’Europa e si trovava a Napoli nell’omonima via, alle spalle della odierna via Medina scendendo a destra da Rua Catalana. Era all’epoca il più importante della città prima dalla edificazione del San Carlo.
Il nobile teatro fu edificato a spese regie probabilmente nel XVI secolo e il re percepiva una quota dei guadagni dei commedianti. Era sicuramente già aperto al pubblico quando, nel 1583, Re Filippo II di Spagna cedette all’Ospedale degli Incurabili lo jus patronatus che aveva sull’edificio, affinché la benemerita istituzione ne beneficiasse in aiuto dei poveri infermi.
Vi furono messe in scena a Napoli le prime opere in musica che caratterizzarono il panorama teatrale in quegli anni, a cominciare dalle opere di Claudio Monteverdi e di altri compositori italiani, e poi dei primi librettisti e compositori napoletani.
Come molti altri edifici dell’epoca subì diverse traversie. Già nel 1646 fu pressoché distrutto dal terzo reggimento dei soldati spagnoli durante i tumulti popolari di quell’anno, che precedettero la rivolta di Masaniello dell’anno dopo, per approvvigionarsi del legname da bruciare.
Ricostruito dal viceré conte di Oñate con l'intento di ospitarvi le commedie in musica che erano di moda a Venezia, andò a fuoco nel 1681 e ne restarono solo le mura.
Ricostruito di nuovo con enorme dispendio, ospitò le prime Compagnie teatrali d’Italia oltre che napoletane, che rappresentavano, specie durante il Carnevale, il meglio della commedia in musica.
Il Celano, nel suo testo “Notizie del Bello e dell’Antico e del Curioso della Città di Napoli”, riferisce che «... in ogni anno vi va qualche casa a male per cagione delle Cantarine che vi rappresentano e che cantando incantano.» Si riferisce chiaramente alle prime attrici che comparivano sulle scene teatrali, in genere riservate agli uomini, che eseguivano gli intermezzi musicali e le canzoncine finali delle rappresentazioni. Forse la liceità dei loro costumi finiva con l’alimentare qualche casa… “perduta”?
Ospitò decine di prime teatrali, tra cui quelle di diverse opere di Alessandro Scarlatti e di Giovan Battista Pergolesi.
Restò in funzione fino al 1737, quando fu inaugurato il San Carlo.
Sostituito ormai dal nuovo e più prestigioso teatro, fu acquistato dall’architetto e impresario teatrale, Angelo Carasale, lo stesso che aveva progettato e costruito il nuovo teatro e che provvide a ristrutturarlo traendo dalla sua platea una chiesa, quella che fu chiamata la Chiesa della Graziella, che ancor oggi si può vedere all’angolo tra via della Graziella e via San Bartolomeo.
Oggi è sconsacrata ed ospita numerose manifestazioni musicali e culturali.
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